domenica 17 agosto 2014

Legge "salva-affitti" (o "salva-inquilini"?) - Lo "zombie" giuridico

A volte tornano (o almeno ci provano...).
Così si potrebbero riassumere le sorti delle norme con cui il governo, con il dlgs 23/2011, ha inteso favorire l' emersione delle locazioni in nero.

Con il citato decreto veniva previsto che per quelle locazioni abitative per le quali non si era provveduto alla registrazione (o vi si era provveduto fuori termine) l'inquilino che faceva emergere il contratto in nero auto-denunciandolo all'Agenzia delle Entrate veniva "premiato" con un contratto di durata ordinaria (4+4) e canone annuale pari al triplo della rendita catastale (e quindi assolutamente irrisorio).
Confesso che questo è il genere di norme che mi scatena l'orticaria; evito quindi di approfondire con altri commenti.

La Corte Costituzionale ha in seguito ristabilito gli equilibri con la sentenza n. 50/2014 con cui ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 3, commi 8 e 9, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, per eccesso di delega. Ma a ben vedere anche per il mancato rispetto dei principi dello «Statuto del contribuente» (essendo violato il principio di cui all’art. 10: «... le violazioni di disposizioni di rilievo esclusivamente tributario non possono essere causa di nullità del contratto»).

Passa poco tempo e il tira-e-molla continua: con il pretesto di tutelare le situazioni rimaste in sospeso dopo la citata sentenza della Corte Costituzionale, con il DL 47/2014 si tentano di salvare (temporaneamente) gli effetti della norma incostituzionale (sic!).
Viene infatti previsto che “sono fatti salvi, fino alla data del 31 dicembre 2015, gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base dei contratti di locazione registrati ai sensi dell’articolo 3, commi 8 e 9, del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23”.

Il "rattoppo" non è certo dei migliori (un amico veronese diceva: «s'è peso el tacòn del buso») e pone apparentemente qualche dubbio interpretativo.
Negli effetti, non essendo ammissibile procrastinare gli effetti di una norma dichiarata incostituzionale, l'interpretazione plausibile potrebbe essere quella che impedisce al locatore, sino a dicembre 2015, di richiedere gli arretrati (per poi poterli pretendere per intero dal 1/1/2016?).
Ma anche questa interpretazione suscita qualche perplessità.

Sicuramente prima della fine del 2015 assisteremo ad una ulteriore evoluzione.
Nel frattempo proprietari ed inquilini sono avvisati: se vogliono evitare annose battaglie giudiziarie con esiti incerti conviene loro trovare un accordo in anticipo, preferibilmente con l'ausilio di un professionista.

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